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Nel corso della mia carriera ho sempre tenuto in massima considerazione “il paziente” nella convinzione che debba essere in primis curato l’essere umano (con il suo vissuto, le sue esigenze, e la sua personalità) poi la malattia; in ciò indirizzato da un detto di un mio vecchio professore che sosteneva “dobbiamo curare la persona non la lastra (a quel tempo esisteva solo tale accertamento)”. Perciò nell’accertamento e nella cura della malattia, tengo in massima considerazione il racconto del paziente, i dati raccolti nella visita e infine gli esami specialistici.

In linea con tale atteggiamento, per ottenere il miglior risultato terapeutico, ho sempre esplorato nuove tecnologie: la ricerca, l’approfondimento e l’esecuzione di tecniche innovative quali ad esempio la correzione percutanea delle patologie del piede, i nuovi accessi chirurgici quale la via anteriore detta bikini dell’anca la quale permette minore dolore e minore sanguinamento e una migliore e più rapida ripresa, l’uso di nuove protesi di spalla, di anca e di ginocchio in cui i nuovi concetti biomeccanici permettono una guarigione più “fisiologica”.

Infine, ma non ultimo, l’approccio alla ortopedia rigenerativa (PRP e mesenchimali) tecnica non chirurgica che sì integra con le altre nella cura delle patologie degenerative e infiammatorie dell’apparato locomotore!

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