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La mia storia di chirurgo specializzato nell’articolazione della spalla non è l’inizio della mia avventura nel mondo della medicina.

A 12 anni ebbi il morbo di Osgood Schlatter, una patologia frequente nei giovani ragazzini, e fui visitato dal medico di una squadra di Serie A. La sera stessa della visita, era un mercoledì di Coppa, vidi in televisione lo stesso medico, in giacca e cravatta (ma con le scarpe da calcio), entrare in campo per soccorrere un giocatore che si era infortunato al ginocchio.

Ecco, lì scattò qualcosa. “Se non divento calciatore“- pensai -“vorrei fare il suo lavoro, da grande: il medico con le scarpe da calcio.

Tuttavia non avevo ancora compreso che la mia strada sarebbe stata il dedicare tutti i miei sforzi all’articolazione della spalla.

Passarono gli anni e, raggiunta la laurea in Medicina, decisi di iscrivermi alla Specializzazione di Ortopedia e Traumatologia per curare e operare gli sportivi.

Al secondo anno di Specializzazione feci la mia prima esperienza internazionale a Lione, Capitale Storica della Chirurgia del Ginocchio. In quei mesi passati con il Prof. Philippe Neyret, allievo del mitico Prof. Henry Dejour, capii quanto poteva essere appassionante il nostro mestiere. La ricerca della qualità, dell’accuratezza, l’importanza della comunicazione chiara e cordiale con il paziente, lo studio continuo, l’efficienza, l’ottimizzazione dei tempi, il rifiuto del “Ma sì dai, va bene così“. Occuparsi di una cosa e farla al TOP.

Rientrato a Milano, nei vari reparti in cui fui destinato, imparai le basi della traumatologia (fondamentali per un Chirurgo Ortopedico) ed ebbi un incontro importante: il Dott. Pierluigi Gambrioli, Specialista della Spalla al Gaetano Pini. Lo affiancai sei mesi come suo fellow e, a pensarci ora, fui lui a gettare il “seme dell’articolazione della spalla”.

L’anno successivo fu l’anno che cambiò la mia vita professionale: vinsi la borsa di studio della Società Italiana Chirurgia della Spalla (SICSEG) e la impiegai per svolgere una fellowship da un grande “guru” della Chirurgia della Spalla: il Prof. Pascal Boileau, a Nizza.

Dieci mesi intensi, di sala operatoria, ambulatori e riunioni scientifiche: qualità ai massimi livelli. Rigore scientifico e chirurgico, tanta passione per il lavoro, un continuo mettere in discussione le proprie convinzioni, il desiderio continuo di alzare l’asticella della qualità delle cure. E la sua frase, che ho fatto mia: “La chirurgie est une acte intellectuelle“.

Prima ancora di saper muovere le mani, il Chirurgo deve saper utilizzare il cervello: è molto più importante.

Da allora ho capito che volevo occuparmi esclusivamente dell’articolazione della spalla e dedicarmici completamente. Alla fine non sono diventato calciatore, né “medico con le scarpe da calcio”, ma faccio comunque un lavoro che mi appassiona enormemente.”

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