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Il calciatore brasiliano Marcelo rompe la gamba all’ avversario. Come si recupera da questo infortunio?

Il calciatore brasiliano Marcelo rompe la gamba all’ avversario. Come si recupera da questo infortunio?

Marcelo, durante una partita tra Fluminense e Argentinos Junior, ha causato un grave incidente in cui ha rotto la gamba di un avversario. L’evento è stato particolarmente emotivo, tanto da farlo scoppiare in lacrime.

La rottura della gamba è un grave infortunio che può avere conseguenze significative per la persona coinvolta. Quando si parla di frattura alla gamba, la prima immagine che viene in mente è spesso quella del classico “gambone” ingessato e dei fastidi che comporta. Tuttavia, le tecniche mediche sono notevolmente evolute, offrendo una vasta gamma di soluzioni in base al tipo di frattura.

Le fratture alla gamba si verificano principalmente nella porzione intermedia, chiamata diafisi, della tibia e talvolta del perone. Le cause più comuni di queste fratture includono incidenti automobilistici, cadute o incidenti durante attività sportive, o fratture da stress dovute a microtraumi ripetuti.

I sintomi di una frattura alla gamba possono includere gonfiore locale, difficoltà nel movimento dell’arto e, nei casi più gravi, deformazione della gamba, soprattutto se la frattura è scomposta o esposta.

La diagnosi di una frattura alla gamba viene solitamente effettuata attraverso una radiografia, che permette di identificarne le caratteristiche. Tuttavia, le fratture da stress potrebbero non essere evidenti alla radiografia, quindi potrebbe essere necessario ricorrere a indagini più approfondite come la Tac o la risonanza magnetica.

Le fratture diafisarie della gamba possono presentare diverse caratteristiche, tra cui fratture a legno verde, aperte o esposte, chiuse, componate, scomposte, complete, incomplete, semplici, comminute e a farfalla.

Per il trattamento di fratture semplici, composte o a legno verde, l’immobilizzazione con il gesso è il metodo più utilizzato. In caso di fratture più complesse, come quelle cominute o scomposte, viene spesso eseguita un’osteosintesi chirurgica, che prevede l’utilizzo di viti, placche o chiodi endomidollari per mantenere i segmenti ossei in posizione fino alla guarigione del callo osseo.

Quando la frattura si è saldata correttamente, è possibile rimuovere i dispositivi di fissaggio con un secondo intervento chirurgico. Alcuni ortopedici li tolgono sempre, mentre altri li rimuovono solo in casi selezionati.

Nel caso di fratture scomposte aperte, spesso vengono utilizzati fissatori esterni per mantenere l’osso allineato e permettere la pulizia della ferita per prevenire infezioni che potrebbero ostacolare la guarigione. Una volta ripristinata l’integrità della pelle, alcuni medici possono rimuovere i fissatori esterni e procedere con l’osteosintesi, mentre altri li mantengono fino alla completa guarigione.

In conclusione, le fratture alla gamba sono infortuni gravi che richiedono un trattamento adeguato per garantire una corretta guarigione e il recupero della piena funzionalità dell’arto. La scelta del metodo di trattamento dipenderà dalla tipologia e dalla complessità della frattura.

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