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Attenzione alle Fratture nei Bambini: Femore, Polso e Clavicola in Primo Piano

Attenzione alle Fratture nei Bambini: Femore, Polso e Clavicola in Primo Piano


“I bambini sono fatti di gomma”. Nulla di più lontano dalla verità rispetto a questo vecchio adagio che continua a circolare di generazione in generazione. In realtà, i bambini possono ‘rompersi’, sebbene in modo differente rispetto agli adulti. A confermarlo sono gli ortopedici pediatrici.

“I bambini possono subire fratture, ma i traumi che affrontano sono completamente diversi rispetto agli adulti. A seconda dell’età del bambino, ci sono tipi di fratture differenti sia in termini di frequenza sia dal punto di vista anatomo-patologico, e dobbiamo adattare il trattamento di conseguenza”, spiega Renato Maria Toniolo, presidente incoming della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (Sitop), che conclude oggi il XXIV Congresso nazionale della Società a Roma.

“Nell’intervallo di età compreso tra 0 e 3 anni, ad esempio, le fratture più comuni coinvolgono la clavicola, il polso e, in modo piuttosto sorprendente, il femore. Quest’ultima, tuttavia, presenta caratteristiche diverse rispetto alle fratture femorali degli adulti”, continua Toniolo. “Negli adulti, le fratture femorali sono spesso il risultato di un trauma minore causato dalla fragilità del collo del femore, interessando una zona specifica vicino all’articolazione dell’anca. Nei bambini più piccoli, invece, si tratta di fratture diafisarie che coinvolgono la parte centrale dell’osso, la zona tubolare, e sono causate da movimenti di torsione, talvolta scatenati da traumi apparentemente banali. Quindi – prosegue Toniolo – basta un piccolo movimento di torsione o un semplice inciampo a casa per causare fratture scomposte nella diafisi del femore”.

Il trattamento di queste fratture “deve essere non invasivo, con l’applicazione di gesso”, spiega Toniolo. “La prognosi è favorevole perché i bambini hanno una notevole capacità rigenerativa. È comune, tuttavia, osservare una leggera differenza di lunghezza rispetto all’arto sano, ma ciò generalmente non interferisce con la deambulazione o le attività sportive future”.

“Dai 3 ai 7 anni, le fratture più comuni coinvolgono la tibia, il polso, il femore e altre ossa”, continua il presidente incoming della Sitop. “Negli adolescenti, sono frequenti le fratture legate all’attività ricreativa e sportiva, nonché all’uso di vari veicoli, che possono portare a fratture simili a quelle dei giovani adulti”, sottolinea Toniolo.

“Questo congresso è stato un’occasione per confrontare le esperienze di esperti diversi su fratture esposte, traumi gravi e infezioni dell’apparato locomotore. È cruciale condividere le conoscenze per garantire al bambino il miglior percorso dal punto di vista diagnostico, terapeutico, medico e chirurgico. Ognuno di noi – conclude Toniolo – deve agire come parte di un team, seguendo il bambino in tutto il suo percorso e intervenendo quando la sua specializzazione diventa indispensabile”.

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